Autori
Luca Delli Carri
ISBN:
978-88-88269-22-4
336 pagine,
formato 15x21 cm, brossura
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15,00 €
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INDICE
SFOGLIA
Solo in battaglia
Mondinelli, Pasini, Malingri. Vite di campioni che sfidano la paura.
Mondinelli, Pasini, Malingri. Vite di campioni che sfidano la paura.
Un alpinista himalayano, un corridore motociclista, un velista oceanico. Silvio Mondinelli, Mattia Pasini, Vittorio Malingri. In comune l'amore per uno sport pericoloso. Con una narrazione che rende letterario il reportage, questo libro indaga le loro personalità mentre preparano l'impresa. Il rischio quotidiano. Il rapporto con la paura. Ambizioni e virtù, fragilità di campioni che qui non possono nascondere di essere, anche e prima di tutto, uomini. Solo in battaglia offre una nuova chiave di lettura per comprendere i protagonisti dello sport, che raramente sono stati raccontati da tanto vicino. L'autore ha vissuto con questi tre sportivi mentre preparavano l'impresa, narrando la fatica degli allenamenti di Silvio Mondinelli in attesa di partire per il Nepal e tentare di scalare l'Everest, lo sforzo di Vittorio Malingri per costruire con le proprie mani il catamarano di sei metri e mezzo senza cabina con cui attraversare l'Oceano atlantico in solitaria, la ricerca della concentrazione di Mattia Pasini per giungere nella condizione perfetta al via del Gran Premio d'Italia classe 250; senza tralasciare i dubbi e le paure, i sogni e l'invocazione alla quotidiana dose di rischio che consente a questi atleti, attraverso meccanismi puramente inconsci, di compiere prestazioni straordinarie. Un libro che è al contempo avventura e confessione. SILVIO MONDINELLI (Gardone Valtrompia, 1958) è uno dei più forti alpinisti italiani di tutti i tempi e il più noto tra quelli attualmente in attività. Nel 2007 è diventato il sesto uomo al mondo, e il secondo italiano dopo Reinhold Messner, ad avere raggiunto la cima dei quattordici Ottomila senza respirare ossigeno artificiale. Soprannominato Gnaro, deve la sua notorietà tanto a questo record quanto ai molti soccorsi effettuati in montagna, in Italia come all'estero. Arruolato nella Guarda di Finanza, è guida alpina. (www.gnaromondinelli.it) MATTIA PASINI (Rimini, 1985) è uno dei più talentuosi piloti del campionato del mondo di motociclismo e tra i più veloci piloti italiani dell'ultima generazione. Dopo avere lottato per la conquista del campionato del mondo classe 125 nel 2006 e 2007, ha cominciato la stagione 2008 vincendo il Gran Premio del Qatar classe 250: un'impresa che ha stupito tutti, non solo perché si trattava della gara di debutto di Pasini nella categoria ma anche perché egli corre con il braccio destro, il più importante per un pilota, menomato da un grave incidente avvenuto quando aveva tredici anni. (www.mattiapasini.it) VITTORIO MALINGRI (Milano, 1961) è uno dei migliori navigatori solitari italiani. Figlio e nipote di due famosi "oceanici", Franco e Doi Malingri, amico e per anni compagno di avventure in alto mare di Giovanni Soldini, è stato il primo italiano a partecipare al Vendée Globe (1992), il giro del mondo in solitario senza scalo, la più importante e difficile regata d'altura. Nell'aprile 2008 ha attraversato l'Oceano atlantico a bordo di un catamarano da spiaggia in tredici giorni, diciassette ore e quarantotto minuti: prima di lui, nessuno era riuscito nell'impresa. (www.vittoriomalingri.it) INCIPIT DEL PRIMO CAPITOLO «Gronda sudore ed è stravolto dallo sforzo. Trasfigurato. La bocca aperta per portare più ossigeno ai polmoni, le guance scavate e la pelle tirata, quasi a rinsecchirsi. La testa nuda, lucida, bagnata, che appare più grande di quello che è. Gli occhi duri, puntati dritti davanti a sé, alla salita. Le braccia compiono movimenti ampi e lenti. Le mani appese alle racchette si tirano dietro il corpo. Le gambe pendolano, avanti e indietro, avanti e indietro, con i quadricipiti che si gonfiano e danno leggerezza al corpo, innalzandolo di gradino in gradino, di mezzo metro in mezzo metro. L'unico rumore è il tac metallico che fanno gli scarponi quando battono sugli attacchi, girati all'insù per sostenere il piede e impedirgli di cadere verso il basso, sulla base dello sci. Rumore regolare, come di metronomo, inesorabile, che scandisce l'ascesa. E anche l'ascesi, perché l'allenamento è perfino più mentale che fisico. Tac, tac, tac. Lo sguardo fisso, all'infinito, che è lì, prossimo: il bianco di una neve sempre uguale e sempre nuova, senza approdo né fine. Silvio è un uomo-macchina. Anzi, una macchina umana, forgiata dalla fatica e dalla vita severa, fatta per andare in vetta a qualsiasi costo. Salendo, egli non cerca se stesso né di esprimersi o creare. Non vuole risposte e non ne offre. Non ha traguardi. Non sta andando da nessuna parte. Va in vetta per l'estasi che gli procura salire animalescamente la montagna. Solo comprendendo la pura irrazionalità che lo muove si trova la chiave per entrare nel suo mondo».